Il monte Rai, il monte Prasanto e il Sasso Malascarpa fanno parte delle montagne del triangolo lariano. L’escursione ha inizio dalla località Gajum che raggiungiamo da Canzo (CO) dove imbocchiamo via Gajum e la percorriamo tutta fino ad un parcheggio. Parcheggiata l’auto prendiamo la strada acciottolata di destra seguendo le indicazioni per san Miro,

dopo poche centinaia di metri superiamo una sbarra che impedisce il passaggio delle auto ed entriamo nel luogo chiamato“parco dei massi erratici” a causa dei vari tipi di massi erratici presenti, usciamo da questo parco e dopo alcuni tornanti raggiungiamo il piazzale della chiesetta dell’Eremo di San Miro.

Ora prendiamo il sentiero 6 che si stacca accanto alla chiesa e sale tra le rocce che costeggiano il torrente Ravella

che attraversiamo un paio di volte su alcuni ponti in legno.
Il sentiero sale ripidamente nel bosco, nell’ultimo tratto della ripida ascesa attraversiamo una fitta pineta fino ad incrociare il sentiero che sale da Terz’Alpe, in località Alpe Alto, di questa Alpe non restano che pochi ruderi, continuiamo seguendo le indicazioni per il monte Cornizzolo, il sentiero quasi in piano sbuca sulla strada asfaltata che proviene da Pusiano. Ora ci dirigiamo a sinistra e risaliamo l’evidente traccia fino al monte Rai. Dalla cima abbiamo una bellissima vista sul Resegone, sulle Grigne, sulla Pianura e sui laghi.

Adesso seguiamo il sentiero che ci porta fino alla Bocchetta di San Miro

e risaliamo fino al monte Prasanto con le sue Antenne,

dove possiamo ammirare il Resegone e Lecco con il suo lago.

Da qui scendiamo fino a raggiungere il Sasso Malascarpa. Questa cima è costituita da vistosi affioramenti verticali di calcare bianco con un caratteristico aspetto “a blocchi” con fratture orizzontali e verticali perpendicolari tra loro, dovute all’azione chimica dell’acqua.

Queste rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica caratterizzano la muraglia, questo è dimostrato dalla presenza di resti di organismi fossili, come ad esempio le conchiglie del Mollusco Bivalve Conchodon che hanno una forma a cuore,

alcune leggende popolari narrano che sono le impronte di zoccoli dei cavalli delle streghe che, usavano lanciarsi in diaboliche cavalcate su queste impervie pareti. Secondo alcuni studiosi, anche il nome “Sasso Malascarpa”, sarebbe una storpiatura del nome dialettale “Sass de la Mascarpa”, derivato dal longobardo “masca” ovvero strega.
Dal Sasso Malascarpa abbiamo una bella vista sui Corni di Canzo.

Ora seguiamo la strada che ci porta fino alla base delle antenne del monte Prasanto, le oltrepassiamo e seguendo sempre la strada asfaltata arriviamo fino ad un bivio che ci indica San Miro, raggiungiamo l’ Alpe Alto e torniamo al bivio che ci porterà fino a San Miro e a Gajum.
PUNTO DI PARTENZA : Gajum (CO) 485m
SENTIERO:2 e 6
DISLIVELLO: 774m
DIFFICOLTA’: E